L'Arno è il maggior fiume dell'Italia centrale dopo il Tevere e il principale corso d'acqua della Toscana. Ha una lunghezza totale di 241 km e una portata media annua presso la foce di circa 110 mc/sec. Nasce sul versante meridionale del Monte Falterona, nell'Appennino tosco-romagnolo, a quota 1.385 m sul livello del mare, e sfocia nel Mar Ligure poco dopo aver attraversato Pisa. Il suo ampio bacino raccoglie le acque di vari sottobacini: il Casentino, costituito dall'alto bacino dello stesso Arno fino alla confluenza con il canale Maestro della Chiana; la Val di Chiana, piana bonificata nel XVIII secolo e in precedenza paludosa, tributaria anche del fiume Tevere; il Valdarno superiore, una lunga valle delimitata a destra dal Pratomagno e a sinistra dai rilievi della provincia di Siena; il sottobacino della Sieve, principale tributario dell'Arno che vi confluisce poco prima di Firenze; il Medio Valdarno, che include la piana di Firenze, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Prato e Pistoia; il Valdarno Inferiore, caratterizzato da vallate in cui scorrono numerosi affluenti importanti come la Pesa, l'Elsa e l'Era; a valle di Pontedera l'Arno scorre poi verso la foce ad un livello più elevato rispetto alla pianura circostante, non riuscendo così a ricevere altri affluenti.
Le gualchiere di Remole
Nel Medioevo i mulini erano alla base del complesso sistema di produzione e, quindi, di commercio e di sviluppo economico. Nella città di Firenze, nei suoi dintorni e in altre città della Toscana se ne contavano molti. Le Gualchiere di Remole erano un importante opificio medievale appartenuto alla potente famiglia fiorentina degli Albizi fino al 1541, poi proprietà dell'Arte della Lana. Posto sulla riva sinistra dell'Arno a pochi chilometri a monte di Firenze, l'edificio era strutturato in modo da sfruttare al massimo la forza motrice generata dalle acque del fiume, usata per trattare i panni di lana. La sua costruzione risale alla metà del 1300, anche se la prima notizia certa è datata 1425. Il complesso è costituito, oltre che dal corpo di fabbrica principale dotato di due torri merlate, da una pescaia posta a monte, da cateratte per indirizzare l'acqua verso la gora e da un porticciolo (distrutto dall'alluvione del 1966) per l'approdo del traghetto che portava i panni dall'antistante Nave ai Martelli, ove giungevano da Firenze a dorso d'asino. Il tutto era circondato da mura e vi si accedeva attraverso due porte (distrutte dai Tedeschi nel 1944). Pur essendo considerato uno dei maggiori esempi di archeologia pre-industriale d'Europa, lo stato attuale delle Gualchiere è di enorme degrado, sebbene da anni si parli di un progetto di musealizzazione, finora nemmeno avviato.
(Mario Rosseti)